08 Giu 2017
Finalmente online le pagelle di fine anno di coach Ziino!
ALESSIO ALBERTO - Voto 8,5
Se fosse vissuto ai tempi di Omero, l’epiteto Achille Pié veloce sarebbe oggi noto come Alberto Pié veloce!! Ipercinetico come pochi, mette fortissima pressione in difesa ai malcapitati attaccanti avversari e li manda letteralmente al manicomio. Del resto, la sua filosofia è quella di mantenere la pressione su un avversario fino ad arrivare alle sue emozioni. Ogni allenatore si leccherebbe i baffi con le sue giocate da tuttofare in difesa. Abile nello spaccare le difese in penetrazione, deve migliorare le percentuali del tiro dalla media e dalla lunga distanza. Sempre al servizio della squadra. Pare che ogni individuo abbia uno o più sosia sparsi per il mondo, mentre Alberto sembra abbia il suo clone qui a Vercelli e che bazzichi nei pressi de "Il Mercante di Birre". Sebbene le caratteristiche somatiche siano pressoché identiche, il sosia di Alberto Alessio è in realtà la sua némesi.
PIE’ VELOCE
ANTONA LORIS - Voto 8,5
La sua stagione parte un po’ in sordina, non è pienamente coinvolto negli schemi offensivi e si limita a svolgere il compitino, senza mai eccellere. Ma è solo una fase transitoria, partita dopo partita il silenzioso Sissa acquisisce fiducia nei propri mezzi e quatto quatto, tacito e felpato, comincia a fornire ottime prestazioni, con una buona media realizzativa soprattutto dalla media ed un’ottima attitudine a rimbalzo. Proprio dal punto di vista realizzativo, mette in pratica un nuovo immarcabile shoot, di impossibile imitazione, il TriSissa che manda i compagni in visibilio, nonché il pubblico e non concede agli avversari soluzioni per contrastarlo. È un crescendo la stagione di Loris e tirato a lucido nel finale di stagione, complice l’abbondono del "Morettone" da 66 cl, sfodera ottime prestazioni nei playoff, soprattutto in quel di Pont-Saint-Martin, dove intercetta una marea di palloni in difesa e piazza le sue solite conclusioni dalla media e fuori dall’arco.
CABALLERO SILENTE
APRILE DAVIDE - Voto 8
Inizio di stagione difficile, scandito da pochi minuti e poche presenze in campo. Ma il lavoro paga e complice la diaspora di Deandreis, Davide si ritaglia il suo spazio, entra stabilmente nei 12 e si fa apprezzare per disciplina tattica. I suoi 5 punti nella partita spartiacque di Nizza, sono fondamentali per il successo finale. Con lui in lista R solo vittorie. Apprezzabili la grinta e la dedizione che ci mette quando è chiamato in causa in partita, come negli allenamenti.
TALISMANO
BOTTARO LUCA - Voto 9 di stima
Uomo spogliatoio, abbandona i campionati FIP da vincente. Sopperisce con la grinta ai limiti fisici (e di panza n.d.r.). Non gioca molto, ma quando entra, dà sempre un prezioso contributo, soprattutto a rimbalzo. Contro Golden River, raggiunge anche la doppia cifra sotto le plance. Da buon uomo con un bel po’ di partite e soprattutto di mazzate sul groppone, fa tanta "legna" e tanto lavoro sporco, indispensabili nelle minors. Mettere tanti punti a referto non è il suo forte, né tantomeno gli viene richiesto e da giocatore astuto, non forza le conclusioni. La clausola del “posso tirare da 3 solo sul +20” lo encomia come miglior tiratore da 3 dell’anno. Roba da raccontare "alla Mirtilla".
SENATORE
DEANDREIS ANDREA - Voto 9
È la classica ciliegina sulla torta. Esperienza e freschezza atletica al servizio del gruppo. Con lui, il tasso tecnico della squadra sale decisamente. Cattura caterve di rimbalzi e va spesso in doppia cifra. Smaliziato nonostante la giovane età, in molte occasioni regge il peso dell’attacco da solo, come il gigante Atlante sostiene in piedi la volta del cielo e la Terra. Si allena con grande ardore e furore agonistico, mettendoci intensità e spirito di iniziativa. La sig.ra Bortolaso illo tempore disse:“Se non si comporta bene, fagli il culo!”. Ma sotto sotto già sapeva che il figliuolo il culo lo avrebbe fatto ai rivali!!! Poi si trasferisce per quasi tre mesi al servizio della regina Elisabetta e nonostante le innumerevoli cheesecakes ingurgitate, rientra giusto in tempo per completare l’opera che aveva iniziato ed ottenere così la seconda promozione consecutiva.
PROVIDENCE MAN
GALLIONE EMANUELE - Voto 8,5
Sono lontani i tempi in cui lo sconosciuto Gallione si affacciava per la prima volta alla palestra "Pertini" con i Mooskins. Fisico potente e massiccio, occhiale da psicologo che con il basket non c’entra un bel niente, (fortunatamente provvede ben presto con occhialini adatti e soprattutto regolamentari) non eccelle di sicuro per tecnica, ma allenamento dopo allenamento, migliora esponenzialmente movenze e gioco e si integra alla perfezione negli schemi della squadra, senza dimenticare che ci mette un attimo ad integrarsi con i nuovi compagni. Inoltre ci mette un attimo ad entrare in campo... peccato senza l’autorizzazione dell’arbitro… Infatti il suo esordio è racchiuso in un simpatico siparietto contro Basket Bollente, dove l’amico Ema, chiamato in causa dal coach per sostituire un compagno, scatta dalla panca manco fosse Bolt dai blocchi di Londra 2012, slalomeggia tra le bottiglie d’acqua disseminate un po’ qua e un po’ là, bypassa il cubo del cambio ed entra in campo così, come i migliori streaker britannici!!! Fortunatamente Gallione era vestito e ancor più fortunatamente l’arbitro non ha visto (o non ha voluto vedere) la performance dell’impaziente n° 36 e nessuna sanzione ha colpito il rimbalzista moskino. Dà il meglio di sé proprio sotto canestro, dove lotta, fa sentire il fisico agli avversari e qualche volta prende pure delle terapeutiche mazzate che non scalfiscono il suo fisico scavato nella roccia. Forse il meglio di sé lo dà dopo cena, quando incontra sconosciuti per Torino e se la ride e se la scherza come se conoscesse gli ignoti indigeni da chissà quanto tempo.
GRANITICO
GASPARRO CARLO - Voto 8 di stima
Al 31 di maggio non ricorda ancora gli schemi d’attacco… ma cosa vuoi che gliene importi all’amico Charles di "giro, corna o maglia"!? “Vuoi mica farti venire lo spleen (ipse dixit) se non rispetto le posizioni o non so dove andare???”. Del resto la nobile arte della palla al cesto va praticata così, d’istinto e senza farsi troppi problemi, con tiri ignoranti e soluzioni estemporanee, perché alla fine l’importante è divertirsi e non prenderla troppo sul serio. La prende sul serio però quando debutta e patisce un po’ di pressione in quel di Borgaro, quando non trova le giuste soluzioni, concludendo la sfortunata trasferta con una "virgola". Non compare nemmeno a referto quando è convocato per la seconda volta, poiché costretto a dare forfait causa mal di panza di proporzioni bibliche, che mette a dura prova persino il suo stoicismo, costringendolo ad alzare bandiera bianca e a fare la fine del "cornuto e mazziato", perché va in trasferta finanche con la sua macchina. Quando si allontana dai campi da gioco per i suoi viaggi pazzi tra Sud Africa, New York e Parma, lo spogliatoio ne risente, poiché privo delle sue esilaranti eccentricità.
ERUDITO
GOBBO DARIO - Voto 9
Insieme a Deandreis è il crack del mercato Mooskins. Il presidente Guerra quasi quasi si indebita per strapparlo alla concorrenza e il giovine Gobbo ripaga la fiducia con prestazioni monstre!! Giustiziere divino per gli avversari, è la pepita d’oro sfuggita al Tesoro di San Gennaro, che passando per Novara, approda nelle risaie vercellesi. Corre, difende, ha punti nelle mani e grinta da vendere. Le sue penetrazioni tagliano in due le difese avversarie e le sue conclusioni dalla media sono una sentenza. Con lui in cabina di regia, la squadra gira che è un piacere. Va quasi sempre in doppia cifra e le percentuali del tiro da 3 sono da categoria superiore. Sempre presente, per un mero errore di valutazione (mannaggia a lui e a chi so io) se la ride e soprattutto se la beve in Germania, mentre i suoi compagni compiono l’impresa a Nizza.
PEPITA D’ORO
GOBETTI ANDREA - Voto 8,5
Entra dalla panchina e si fa sempre trovare pronto. Le sue geometrie sono ossigeno puro quando la squadra è in difficoltà. Dà il meglio nella fase difensiva, dove le sue mani polipose tracciano costantemente le linee di passaggio e generano palle rubate. Nella zona del canavese, l’approssimarsi della sua epifanìa è paragonata al giorno del giudizio. Sente l’odore del sangue ed infierisce sugli avversari, che siano integri o moribondi poco importa. Memorabili e da raccontare ai figli/nipoti i suoi 5'58" contro Golden River, che hanno visto abbattersi contro di loro l’Uragano Gobe. In quel di Nizza, è capitano pro tempore e con il roster ridotto all’osso, causa assenze, infortuni e malori di panza, si prende la squadra sulle spalle e la conduce in trionfo.
MAI DOMO
LEONE ANDREA - Voto 8,5
Ci sono tanti alti e pochi bassi nel suo anno cestistico, con i decisivi 5 punti nella trasferta di Nizza, crocevia del campionato, che lo rendono protagonista ed eroe della serata. Nonostante la mole, corre e zompetta che è un piacere! Anche lui, lontano da canestro dà il meglio di sé, con conclusioni precise fuori dall’arco, che prendono alla sprovvista le difese avversarie. Da migliorare il gioco spalle e vicino a canestro, nonché l’attitudine difensiva, poiché si lascia sopraffare troppe volte dall’istinto (del resto, il cognome non mente) piuttosto che dalla ragione (vedasi trasferta a Castelnuovo). In campo ci mette grinta, lotta su ogni pallone e fosse per lui, giocherebbe anche con un arto mancante! Lotta inoltre contro tutto e tutti, arbitri, avversari e perfino contro un mal di denti improvviso.
VALOROSO
LEONE EDOARDO - Voto 8 di stima
È sicuramente il moskino più sacrificato e fa fatica a trovare minutaggio. Ahilui, le sue apparizioni in campo sono inferiori rispetto a quelle di San Gennaro a Napoli, ma Edo non si scoraggia più di tanto e continua ad allenarsi. Ha il merito di andare sempre a referto quando viene chiamato in causa, eccezzion fatta per l’ultima partita di regular season. Inizialmente, è la condizione fisica a non essere al top. Recuperato dal punto di vista fisico, risente della concorrenza spietata sotto canestro e perciò fa fatica a trovare spazio. È necessario che metta più energia in ciò che fa e soprattutto che eviti di sbagliare conclusioni facili da sotto canestro, stile Giamburrasca.
NEVER BACK DOWN
LUPO ALESSANDRO - Voto 8
Il cognome appartiene al mondo dei cànidi, ma nella realtà appartiene al mondo degli aracnidi. Tarantolato come pochi e non solo per le origini pugliesi, interpreta diligentemente i dettami difensivi e si apprezzare anche per alcune sortite offensive. Nei playoff paga un po’ di inesperienza e non sempre riesce a comandare la squadra a dovere. Da migliorare la gestione nei momenti caldi dei match, nonché l’accrescere in personalità. Però come dicono i vecchi saggi pugliesi, ”'o guaglione si farà!”.
TARANTOLATO
SERENO FABRIZIO - Voto 8,5
Sciupafemmine come pochi, passa la palla in maniera sublime. A volte assume atteggiamenti di dannunziana memoria e si specchia troppo spesso in giocate poco concrete e utili solo per strappare applausi alla platea. Da febbraio, con il cambio di ruolo, avviene la metamorfosi: comincia a giocare da ala grande atipica (per intenderci, falso nueve alla Mertens, per i calciofili) e diventa tatticamente più disciplinato, nonché maggiormente concreto nelle realizzazioni. Aumenta vertiginosamente il livello delle sue giocate, che non fanno rimpiangere il partente Deandreis. Con quella andatura un po’ così, tra il baldanzoso e il “no problem, me la prendo scialla”, nelle grandi occasioni non sbaglia mai e in gara 1 di finale sposta i destini della serie in 12", scrivendo la storia dei Mooskins. Pare che dopo quella partita, un anonimo indigeno abbia scritto sul portale d’ingresso del cimitero di Biliemme la seguente frase a mo’ di epitaffio: “Ragazzi, che cosa vi siete persi”.
ESTETA
SIMONE DAVIDE - Voto 9
Un consiglio da amico: se al ristorante ordina una pizza, non accomodatevi di fianco a lui e in nessun altro posto in cui il suo piatto rientri nel vostro campo visivo. Infatti, il buon Davide, pensa che la pietanza in questione sia una tela di Lucio Fontana e comincia, imitando l’artista, a tagliare l’alimento con sciabolate e netti fendenti, rendendolo irriconoscibile all’occhio umano… E se nemmeno la guagliona di origini salernitane riesce ad insegnargli come si taglia una pizza, allora siamo messi piuttosto male. Fortunatamente, sui parquet o sui linoleum nostrani, è ben altra musica. In attacco, bombarda le difese avversarie con conclusioni da ogni dove. I compagni lo mettono in condizione di "prendersi tiri puliti" e lui ripaga la fiducia con ottime prestazioni condite da successioni di triple vincenti da vero forward! È il catalizzatore del gioco offensivo, spauracchio delle difese avversarie, sebbene patisca un po’ le difese con le mani addosso. Ma il vero miglioramento si vede nella fase difensiva. Infatti, spende energie anche in situazione di non possesso ed esce fuori il Dave che non ti aspetti, che si "sbatte" come non mai per fronteggiare l’uomo di riferimento, facendosi apprezzare anche nelle situazioni di difesa mista o 1-3-1. O capitano, mio capitano, recitava Walt Whitman. Da migliorare l’attitudine a rimbalzo, sebbene prenda più rimbalzi in una sola gara (gara 2 di finale), che nell’arco dell’intera stagione.
ARSENICO & CHAMPAGNE
TURCOLIN STEFANO - Voto 8,5
Ogni allenatore vorrebbe possedere nel proprio roster dai 12 ai 15 Turcolin e ne finanzierebbe di tasca propria perfino la clonazione. Mai una parola fuori posto, sempre diligente e dedito al sacrificio. Ci mette l’anima in difesa, si incolla agli avversari come una cozza sullo scoglio e genera nei malcapitati un senso di spaesamento simile alla sindrome di Stendhal. Ci rimette il naso nella stoica trasferta di Nizza e non riesce nemmeno a vincere il premio di consolazione, cioè strappare il numero di cellulare dell’infermiera gnocca dell’ospedale di Alessandria. Il Bosone di Higgs può attendere così come il CERN di Ginevra è avvisato: per portarlo alle proprie dipendenze, dovrà svenarsi.
P, 15.30973761
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Interazioni
da Paul @ 09 Giu 2017 01:45 pm
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